martedì 23 agosto 2011

Ceuse secondo Leo


I meravigliosi paesaggi francesi delle Haute Alps scorrono veloci all'interno del riquadro del finestrino. I miei occhi si riempiono di immagini stupende che sfiorano appena la mia mente, cercano di raggiungere il cuore per farmi provare una qualche meraviglia o stupore per la bellezza della natura, illuminata da un sole splendente. Ma cosa sono delle immagini messe a confronto con l'esperienza vissuta. Il mio cuore è impegnato ad assaporare ancora le emozioni e le esperienze vissute nell'ultima settimana. Manda sensazioni al cervello che è come in standby. In pace con se stesso e con ciò che lo circonda.



Siamo troppo abituati a correre che oramai solamente vediamo l'ambiente che ci sta attorno senza viverne appieno neanche una briciola. Senza sentirne i profumi o i suoni. Anzi a volte di suoni c'è ne sono fin troppi, tanto che a volte il silenzio ci spaventa e ci si dimentica del piacere di svegliarsi con unicamente il suono di una leggera brezza tra le fronde degli alberi o un flebile cinguettio. O di aprire gli occhi perchè le palpebre vengono sfiorate dai primi raggi di sole. La sveglia non è un trillo fastidioso, un richiamo alla fretta, bensì il suono ed il profumo emanato dalla moka piena di caffè che trascina lentamente i tuoi pensieri verso la giornata ventura.



Tante immagini immagazzinate nella testa come nella memorycard della digitale, prima ben stivate e pronte per essere visionate, poi appena scaricate sull'hard disk o lasciate decantare sul fondo della memoria si perdono e vengono spesso dimenticate in qualche cartella di C:/ o nella mota sabbiosa del profondo delle nostre anime. In una settimana avrei potuto girare una buona parte della Francia, correndo qua e là visitando città, paesi e paesetti vedendo chilometri e chilometri di campagne colori e monti, sfiorando magari anche il mare o abbracciando tutto il mondo che i miei occhi riescono a vedere dalla cima di una montagna. Ma allora perchè, mi chiedevo io, dovrei fermare la mia vita per più di sette giorni sotto un grande muro di pietra grigia e compatta. Morta. Come una lapide per giganti con l'epigrafe scritta in qualche strano linguaggio fatto di buchi e striature giallo grigie?! Che cosa vado cercando oltre quel muro? O in esso?



Pian piano il tuo corpo e la tua mente si adeguano sempre più ad un ritmo a te sconosciuto ma che nel profondo dell'istinto senti ancora tuo. Un ritmo arcano. Di un'epoca nella quale l'uomo viveva con ritmi e desideri più naturali; più simili alle bestie ma non per questo meno nobili...anzi, molto più giusti. L'unica cosa a cui vuoi pensare è arrampicare e mangiare. Il bello è che lo stai facendo, senza accorgertene e di colpo ti rendi conto che non sei mai stato meglio. Hai dimenticato tutti i tuoi problemi passati e futuri. Al mattino vedi a malapena il pomeriggio, al pomeriggio osservi da lontano l'arrivo della sera e alla sera scorgi appena appena l'alba del giorno dopo...



Ti alzi con calma. Vai a sciacquarti la faccia con l'acqua fresca, ti guardi allo specchio una, due tre volte, non per vanità ma perché noti qualcosa ma non capisci cosa. Poi vedi che la tua faccia è diversa dal solito è più rilassata più felice. Capisci che stai meglio, perché sai che anche oggi potrai arrampicare e solo arrampicare e l'unica scelta che dovrai fare sarà quale linea scalare. Tra le tante possibilità offerte dalla parete sceglierai quella che più eccita la tua fantasia. Quella che ti lascia fantasticare sulle emozioni che proverai e che ti fa già immaginare i movimenti che dovrai fare per salire, per non cadere. Per superare ancora una volta la tua paura o la tua debolezza le tue nemiche alleate della gravità. Stanno forse nascoste tra la bellezza del paesaggio? Forse dietro una balla di fieno appena raggomitolata? Forse dietro una nuvola veloce che scorre in cielo come un destriero impazzito? Forse dietro qualche campo di grano, piccolo appezzamento di sole trapiantato sulla superficie terrestre? Non credo, direi piuttosto che si nascondono all'interno di certi buchetti un po' svasati che come cerchi di afferrarli sembrano tappati e rigurgitano velocemente le tue dita che sfiorano la superficie della roccia in cerca di aiuto. Aiuto che non trovano. Allora la tua attenzione ormai vacillante si dirige verso le punte delle scarpette tue più fedeli alleate per dirigerle in cerca di qualche bel appoggio dove poter scaricare il più possibile il tuo peso e riprendere fiato prima di proseguire nella tua fuga verso il cielo. Ma la parete è diventata liscia e compatta come se qualche simpatico scriba al soldo della natura abbia come d'incanto deciso di cancellare completamente i già pochi segni scolpiti su quel tratto di parete. Mentre gli avambracci si gonfiano e ti senti sempre più stanco. Un miscuglio di sensazioni si intrecciano e sbatacchiano nella tua testa. Tu cerchi di dominarle per riprendere il controllo della situazione e non cadere di sotto... ed è proprio in questo momento di confusione mentre stai già lottando con la forza di gravità e la fatica nelle braccia che si insinua piano piano, partendo dal profondo, la paura. La paura di cadere, di quel volo...lungo? Eh si lungo ; per caso cercando gli appoggi il tuo cervello a ricevuto l'immagine dell'ultima protezione che si trova oramai ben sotto le suole delle tue scarpette e ti rendi conto che sei rimasto solo a lottare contro tre nemici dalle forze soverchianti... cerchi invano con gli occhi una possibile ancora di salvezza a cui aggrapparti intanto sposti leggermente il bacino a sinistra ed automaticamente il tuo corpo si modella alla roccia per sfruttare al massimo l'equilibrio offerto dalla posizione precaria in cui ti trovi; Ma ecco che riesci a vedere qualcosa, ce la puoi fare ma all'improvviso...



Perché ho deciso di concentrare la mia attenzione ed i miei sforzi a cercare una piccola ruga affiorante della roccia che mi faccia vincere una lotta impari, tentando di salire qualche manciata di roccia per poi ridiscendere immediatamente?



Perché mi piace portare la mia mente ed il mio fisico al loro limite e continuare a superarlo finché sarà possibile! Perché preferisco provarle le emozioni piuttosto che guardare gli altri che le vivono! Perché ho imparato che le sfide anche se inutili insegnano, che si vinca o che si perda. E cosa c'è di più bello nella vita nell'imparare, nel scoprire e nel migliorarsi?!Se poi tutto ciò viene vissuto e condiviso da altri che provano le tue stesse emozioni e vivono con tè e tu con loro queste piccole avventure allora capisco perché vado rincorrendo quell'appiglio, quell'ancora di salvezza in un mare di paure e debolezze. Tutto ciò mi da la forza per lottare anche nelle grandi avventure che per forza di cose sono condivise solo con pochi. Anche se spero che quei pochi aumentino.



Allora vedo che dietro quella virgola sulla roccia, quella leggera asperità si nasconde un mondo.



Un mondo meraviglioso fatto di sogni ed i sogni credo che a sognarli e a viverli lascino un segno ben marcato nelle nostre anime un segno chiamato emozione, ben più che tutte le immagini fotografate di sfuggita perché consigliate su qualche guida turistica. Tant'è che in C:/ non ci entrano i sogni e le emozioni; ma di sicuro possono smuovere la mota che ristagna sul fondo dei nostri cuori e spronarci a vivere.



...ma all'improvviso come stai per staccare una delle due mani per allungarla verso quell'asperità ti senti tirare fortemente da dietro allora riprendi l'appiglio buono e pensi che la tua unica possibilità è lanciare! Ma lanciare ad un'ombra e se poi non c'è niente?! Ti aspetta un lungo ed inesorabile volo verso terra e verso la tua incapacità! Rischiare o lasciarsi andare?! Ma si forse il buco e buono, ma non c'è quasi traccia di magnesio... che fare rischiare e rimanere aggrappato quel tanto che ti serve per salire o lasciarsi andare come dei vinti...alla fine ti decidi e...



...e cosa?... Vuoi veramente sapere come va a finire? Allora cosa fai ancora qui, corri a scalare!!!

4 commenti:

  1. grande leo!!!!!!!!!!!!!
    oltre a scalare fortissimo sei anche un gran scrittore!!!!!!!!
    ciao giulio!
    p.s. con bandana e maglietta senza maniche, dopo queste righe il tuo destino è segnato mauro corona de muja!

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  2. Ciò! Oltre che rampigar ben de cagarse te son anche poeta!
    Venga, Lycra!

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  3. Sì ok,

    ma vogliamo parlare dellìolio di Lycra ?

    :-)


    Alberto dalla furlania

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