L’aspettavamo con ansia
ed infine è arrivato. Pochi arrampicatori, poco più di una decina
in Italia, possono dire di aver salito un 9a; ancora meno quelli che
hanno salito dei 9a con così tante salite da avere un grado
confermato.
Qualche anno fa Klemen
Becan aveva liberato in Croazia una via di Andrea Polo proponendo il
grado di 9a: “The Core”. Lo stesso Polo, dopo averla ripetuta,
non se l’era sentita di confermare il grado e quindi la prima
salita di un 9a da parte di un arrampicatore del Friuli Venezia
Giulia fu rimandata. Questo grado, simbolo dell’alta difficoltà, è
un sogno per molti arrampicatori. Per alcuni una chimera a cui
tendere per la vita, per altri un sogno realizzabile nel breve o
lungo periodo. Fra questi ultimi c’era sicuramente Rocco Romano che
ha finalmente realizzato il proprio sogno salendo in Grotta Caterina
la via “Fidel Incastro” e confermando il grado proposto da Klemen
Becan che l’ha liberata.
Quindi Rocco Romano
diventa uno dei pochi italiani ad aver salito un 9a.
La via si chiama Fidel
Incastro, ce la descrivi?
“Mi sono innamorato di
questa via fin dalla prima volta che l’ho provata nel 2011. Era
stata chiodata da Mauro “Bubu” Bole, probabilmente per allenarsi
nel dry tooling, ma poi era rimasta intonsa. L’avevo pulita
dalle ragnatele e mi ci era voluto un sacco di tempo per venire a
capo dei movimenti. Ci tenevo molto a liberarla ma poi nel 2012 è
passato Klemen Becan e l’ha liberata lui. La via mi è molto
congeniale, con compressioni e movimenti molto complessi, incastri di
ginocchio, tallonaggi e agganci di punta. La particolarità di questa
via è che mi ha dato la possibilità di spingere il mio limite al
massimo, non grido di solito sulle vie eppure su questa linea ho
gridato e sbuffato parecchio, riuscendo veramente a portare il mio
fisico al limite.”
Sei diventato il primo
triestino e friulano a salire un 9a, la cosa ti fa effetto?
“In realtà non l’ho
mai vista in questo modo, certo fa piacere essere il primo, ma non ci
ho mai pensato. L’obiettivo era salire un 9a e sono molto felice di
averlo raggiunto. Sono stato anche il primo triestino a salire un 8c
e anche un 8c+ ma non era il fatto di essere il primo la cosa
importante. Ho avuto la fortuna di praticare questo sport durante il
suo sviluppo e già quando ho salito il mio primo 8a non erano in
molti ad averlo fatto a Trieste. Quando ho salito l’8b erano ancora
meno e così sono stato il primo a fare l’8c ma non è stata una
cosa premeditata. Mi ha sempre attirato l’alta difficoltà e mi
sono allenato molto per sorpassare i miei limiti.”
La questione dei gradi
di difficoltà è sempre un argomento delicato e, volente o non
volente, sei il primo triestino ad aver salito un 9a, cosa ci puoi
dire sulla gradazione?
“Innanzitutto non sono
stato io a proporre questo grado ma un arrampicatore di livello
internazionale. Già quando l’avevo provata nel 2011 ero sicuro che
non poteva essere meno di 8c+/9a ma non ho l’esperienza per
prendere una posizione forte. La via mi è sicuramente congeniale
eppure ci ho messo 3 anni di tentativi per salirla, inoltre risente
molto del clima e quest’anno finalmente ho potuto scalarla con
buone condizioni. Gli unici paragoni che posso fare con altre vie di
questo grado sono con le altre due che ho provato: “Martin Krpan”
e “Sanjsky Par”, entrambe a Misja. In particolare “Martin
Krpan” l’ho provata molto e sono stato veramente vicino a salirla
ma essendo una connessione che interseca molte altre vie, mi sono
stufato di aspettare il mio turno per provarla e quindi mi sono
concentrato su “Fidel Incastro” che, pur essendomi congeniale mi
ha impegnato in egual modo.”
Cosa credi ti abbia
aiutato per riuscire a salire una via di questo spessore?
“Devo dire che per un
lungo periodo non mi sono allenato e ho vissuto di rendita, poi dopo
due anni la benzina è venuta meno. Quando mi è successo di non
riuscire a scalare bene nemmeno su gradi che per me sono facili, ho
deciso che bisognava fare qualcosa. Ho riiniziato a scalare con
costanza e a condurre una vita più sana. Poi dopo una vacanza in
Spagna, ho deciso di mangiare bene e non bere alcool per un periodo,
facendo così sono dimagrito di quattro chili. In più mi ha aiutato
molto scalare nel grottone di Ospo dove, a parte la resistenza
necessaria a salire vie molto lunghe, ho acquisito un’ottima body
tension e affinato la tecnica in forte strapiombo.”
Ora che hai salito un
9a, il sogno di molti arrampicatori, cosa farai? Hai altri progetti?
“Certamente!
Proprio il fatto che la via in questione conti solo due salite, ha
fatto venire il dubbio a qualcuno sul fatto che possa non essere 9a.
Poco male, non vedo l’ora di farne altri! Questa via mi ha
dimostrato chiaramente che il grado è nelle mie corde e mi ha dato
lo stimolo per continuare ad allenarmi ed, in caso, alzare ancora
l’asticella!”